Il vitigno di cui parliamo oggi ha origini francesi. Una bacca bianca conosciuta in tutto il mondo, dal quale provengono vini caratterizzati da particolare personalità e sentori di insolita eleganza e complessità. Stiamo parlando del Sauvignon blanc.
Origini
Per anni si è pensato che il territorio di provenienza fosse Bordeaux, finché non fu notato il primo riferimento scritto nell’opera di Françoise Rebelais, “Gargantua”, risalente alla prima metà del medioevo, nel quale veniva indicato con il termine Fiers (selvaggio).
Quel termine “selvaggio”, in francese “sauvage”, da cui “Sauvignon”, si intuì che si riferisse alla “vite selvaggia”, allora presente soltanto nella Loira ma non a Bordeaux, tanto che si procedette con il test di identificazione di specie, che ne decretò inesorabilmente l’appartenenza.
Un vitigno Sauvignon Blanc si riconosce dai grappoli e i chicchi minuti, noto per essere precoce e vigoroso, con produttività discreta e continua, non particolarmente predisposto ai lunghi invecchiamenti. Indifeso dagli attacchi della botrytis cinerea che però gli ha permesso di entrare nell’Olimpo dei vini passiti “botritizzati” e generare preziosi nettari come ad esempio i Sauternes, Semillon e Muscadelle.
Diffusione
Il Sauvignon Blanc non necessita di terreni particolarmente generosi, tuttavia ama gli ambienti freschi con importanti escursioni termiche per assicurarsi di non perdere zuccheri, acidità e aromi oltre all’adeguata maturazione del frutto.
La sua espansione ha riguardato quasi ogni zona vitivinicola del mondo, con particolare evidenza per la terra d’origine, la Francia a Bordeaux e nella Vallée de la Loire e, solo per citarne alcune, la Nuova Zelanda a Marlborough, il Sud Africa, l’Australia, la California nelle valli di Sonoma e Napa, il Sud America, e dal 1800 naturalmente anche in Italia con eccellenti risultati in Friuli V.G. e in Alto Adige.
Caratteristiche del vitigno
Il Sauvignon Blanc si presenta con un giallo paglierino luminoso cristallino con riflessi verdolini che possono evolvere in dorati a seconda della vinificazione e dell’evoluzione.
Un vitigno “semi aromatico” di ottima intensità, spesso considerato “aromatico” per via della numerosa varietà dei sentori olfattivi e gustativi che può sprigionare a seconda dei territori o dei climi in cui cresce. Si possono individuare: cappero, asparago, peperone, foglia di pomodoro, oliva, ortica, muschio, sedano, timo, sambuco.
Profumi tropicali come: banana, melone, ananas, frutto della passione, papaya, litchi, cedro.
Erbe aromatiche come: salvia, timo, maggiorana. Frutta come: mela verde, pera bianca, fico, agrumi, lime, mandarino, arancia, pompelmo, che nei rari casi in cui dovesse affinare in legno si trasformano in frutta secca, cotta, candita, caramellato e anche con percezioni di mandorla o tostatura.
Il sentore di “pipì di gatto”
Il più noto sentore individuabile nei vini prodotti con questo vitigno, è quello che riguarda la “pipì di gatto” o con paragone meno audace “bosso”, che è una pianta i cui odori ricordano il medesimo sentore.
Vi invitiamo tuttavia a verificare personalmente quanto un odore notoriamente sgradevole come quello indicato, possa trasformarsi in una magnifica emozione quando si tratta di Sauvignon blanc.
Wine Tasting
Al sorso si distingue per la sua freschezza e mineralità oltre che per l’intensità e la persistenza delle molteplici percezioni gustative.
È inutile dire che con questo vitigno sono stati prodotti vini eccellenti, divenuti famosi e ricercati, che naturalmente non rappresentano una consuetudine ma sono il risultato di concomitanze quali clima, sole, maturazione delle uve al momento della raccolta, abile vinificazione e ovviamente, la scelta del materiale con cui si procede all’affinamento.
Dal naturale e involontario incrocio con il Cabernet Franc è nato il Cabernet Sauvignon, francese di Bordeaux, un vitigno straordinario, di ottima qualità e lunga vita, munito di una grande capacità di adattarsi ai differenti climi e alle tecniche di vinificazione.
Servizio
Un vino che consigliamo di bere abbastanza freddo, sugli 8-10 gradi, da un lato per cercare di mantenere vive le sue caratteristiche principali che sono freschezza e mineralità e dall’altro per non rischiare di affievolire i magnifici sentori che lo caratterizzano, possibilmente utilizzando un bel calice a tulipano che lo faccia aprire esaltandone gli aromi.
Ideale in ogni occasione, sia contemplandolo nel pieno relax di un ambiente discreto e confortevole, ma anche in compagnia degustandolo con aperitivi, antipasti e piatti a base di pesce, cibi vegetariani, carni bianche e formaggi freschi o di media stagionatura.