Montepulciano d’Abruzzo DOC

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Il Montepulciano d’Abruzzo è un vitigno magnifico, tanto apprezzato nell’antichità quanto sottovalutato in epoca contemporanea, anche se negli ultimi anni sta finalmente ottenendo il giusto riconoscimento del suo valore.

Origini e diffusione

In Abruzzo le origini del vitigno Montepulciano risalgono a più di duemila anni fa, e molti sono stati gli apprezzamenti positivi che, tra storia e leggenda, sono giunte a noi. Come non ricordare Annibale che per anni pare tenne il fiato sul collo dei romani, mantenendo alto il morale dei suoi uomini con il vino abruzzese o quelle del poeta Ovidio che nel “Le Metamorfosi” fece dei riferimenti alla fertilità del terreno abruzzese dovuta alla presenza di ottima uva, oltre al fatto che ne scaturiva un vino così buono da doverlo doverosamente destinare agli imperatori romani.

L’esatta zona da cui questo vitigno ebbe origine è da considerarsi la valle Peligna, nella zona della Maiella, dove tutt’oggi sembra crescere in condizioni pedoclimatiche ottimali rispetto a qualunque altra.

Nel 2003 è stata concessa la menzione DOCG alla sottozona “Colline teramane” e nel 2019 la DOCG “Tullum” nella provincia di Chieti.

Negli ultimissimi anni, precisamente nel 2013 fu coinvolto nella controversia legale tra i viticoltori abruzzesi e quelli toscani, proprio sul nome “Montepulciano”, che si risolse nel 2018 con una sentenza che stabilì che gli abruzzesi avrebbero potuto continuare a chiamarlo così perché il riferimento riguardava la tipologia d’uva, a differenza dei senesi che invece si riferivano all’omonimo Comune toscano.

È considerato un vitigno d’altura, un vitigno di montagna, tardivo nella maturazione, tanto che la vendemmia avviene tra la prima e la seconda decade di ottobre e non si è nemmeno sicuri che a quella data le uve abbiano raggiunto la giusta maturità fenolica.

Caratteristiche del vitigno

Ne scaturiscono vini con un bel colore rosso rubino con riflessi che variano dal violaceo al granato, a volte anche aranciato, a seconda dello stato evolutivo.

Hanno generalmente un buon grado alcolico e una interessante morbidezza performante e, soprattutto in gioventù, godono di una freschezza e di una bella sfumatura minerale che garantiscono loro una buona longevità. Calore e acidità infatti, se ben dosati, sono le fondamenta che gli permettono di invecchiare superbamente.

Ne deriva un gusto pulito, polposo, fresco, minerale, e con tannini molto presenti ma mai spigolosi o invadenti con sentori di rosa appassita, gelsomino, mora matura, prugna, visciole, ciliegie, amarena, marasca, frutti di bosco, ed erbe aromatiche, sottobosco, e se la maturazione prevede passaggi in botti di legno, si possono incontrare spezie dolci, liquirizia, cacao, tabacco, cioccolata in un contesto delicatamente ammandorlato. Il finale è spesso sapido, minerale, con percezioni di amarena.

Condizioni di servizio

È un vitigno che genera vini che necessitano di tempo per “aprirsi” e manifestare ogni sfumatura del loro carattere, quindi è sempre consigliabile aprire la bottiglia un po’ prima di servirlo e utilizzare un bel calice ampio.

La temperatura di servizio del Montepulciano rosso è opportuno che si aggiri dai 16 ai 20 gradi a seconda dell’evoluzione del vino, ed è appropriato abbinarlo con piatti ben strutturati e saporiti che sappiano tenere il confronto: primi piatti ricchi e gustosi, arrosti o grigliate di carne oltre a profumati formaggi stagionati.

Il Cerasuolo d’Abruzzo

Con questo vitigno, grazie a una breve macerazione delle uve, è possibile ottenere uno straordinario Cerasuolo d’Abruzzo, un rosato buonissimo ed elegante che ha delle caratteristiche analoghe, ma meno vigorose del fratello maggiore.

Un rosa cerasuolo intenso e cristallino con caratteristiche organolettiche che danno particolare soddisfazione; il colore il più delle volte è intenso e vivo e all’olfatto e al gusto è particolarmente generoso di fiori, frutta e spezie: geranio, garofano, ciliegia, lampone, melograno e con freschezza e morbidezza straordinariamente equilibrate.

Va degustato fresco, sugli 8-10 gradi al massimo, e come tutti i vini rosati, accontenta molti palati indecisi ed è abbinabile a una incredibile varietà di cibi.

Un gran bel vitigno nato in una regione che dal punto di vista morfologico e vitivinicolo, può solo essere invidiata, anche se il disciplinare prevede per il Montepulciano un’area complessiva un po’ troppo ampia, che in futuro non potrà non prevedere una distinzione almeno delle quattro provincie abruzzesi viste le evidenti differenze di questo vitigno nelle diverse zone.

Conclusioni

Credo tuttavia che avrà un futuro interessante, con variazioni del disciplinare che possano valorizzarlo presto; si sta parlando da tempo anche di un Montepulciano d’Abruzzo “superiore”, anche se i tempi della burocrazia sono biblici, ma a noi appassionati non ci resta che essere fiduciosi e attendere.

Vedi tutti i vini Montepulcano d’Abruzzo DOC.

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