Il Trebbiano: siete veramente sicuri di conoscerlo?

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Spesso quando pensiamo al Trebbiano nella nostra mente si apre subito l’immagine di un vino semplice, quotidiano, adatto ad accompagnare molti piatti della nostra tradizione.

Molti di noi tendono a sottovalutarlo ma in realtà è un vitigno ricco di storia diffuso in diverse regioni italiane e in particolar modo in Abruzzo. Oggi siamo qui per ripercorre un po’ le sue origini, scoprire quali sono le sue peculiarità e come cambia a seconda della zona di produzione, la sua versatilità come vino e tanto altro.

Origini e storia del Trebbiano

Tra i vini bianchi della nazione italiana, quelli denominati trebbiano sono davvero numerosi; infatti questa particolare vite rappresenta una delle bacche più diffuse nel bel Paese ed anche una delle più antiche, ma è in Abruzzo che questo prezioso vino ha origine, coltivato già in epoca Etrusca e Romana.

Giunto in Italia in tempi remoti era già conosciuto dagli antichi Romani: Plinio il Vecchio cita, infatti, nei suoi scritti il “vinum Trebulanum” che secondo questa interpretazione, starebbe per “vino di paese” o “vino casareccio”. Oltre che in Italia è presente anche in altri Paesi. In Francia è conosciuto con il nome di “ugni blanc”, ed è utilizzato soprattutto per la produzione di Cognac e Armagnac. Nel corso dei secoli, il trebbiano ha trovato in Abruzzo le condizioni pedoclimatiche ideali per potersi esprimere al meglio, tanto che ormai la varietà abruzzese è considerata a tutti gli effetti autoctona.

Le zone di produzione del Trebbiano

Il Trebbiano è un vitigno a bacca bianca che possiamo trovare in diverse regioni italiane: Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio e Umbria. Dopo il Catarratto è il secondo vitigno a bacca bianca per estensione di ettari vitati. Per essere più precisi, quando parliamo di Trebbiano, dovremmo utilizzare la parola “famiglia” e non “vitigno” perché viaggiando si è adattato, è mutato e ha assunto caratteristiche diverse, assumendo nuovi volti.

Tendenzialmente è un vino abbastanza timido, non  strutturato, tuttavia vanta un’ottima acidità; e su questa acidità si possono costruire vini semplici, immediati e piacevoli come in Romagna oppure osare e cercare di produrre vini strutturati, longevi e di grande fascino, come in Abruzzo.

Si adatta a mille interpretazioni, grazie alla sua resistenza, all’adattabilità e al suo sapore non invadente che può essere manipolato con facilità. Certo le caratteristiche variano, soprattutto per quello che riguarda l’intensità e l’eleganza, ma più che una questione di cloni è merito del terroir. In Abruzzo ad esempio è sapido e consistente per via dei terreni rocciosi, l’altitudine e l’influsso del mare.

Il Trebbiano d’Abruzzo

Il Trebbiano Abruzzese presenta evidenti differenze dagli altri Trebbiani dal punto di vista ampelografico come foglia, forma del grappolo e dell’acino, epoca di maturazione. E’ la varietà a bacca bianca più diffusa nella regione, con circa 14.000 ettari distribuiti sulle quattro province dove, ovviamente, la fascia costiera rappresenta la zona di maggiore importanza. E’ un vitigno molto versatile, che dà vini dal colore giallo paglierino, con riflessi verdognoli in gioventù, di buona acidità, leggeri e non molto strutturati.

I loro profumi sono floreali e fruttati e all’assaggio si ritrovano gli stessi sentori olfattivi, per poi passare al tipico e sfumato retrogusto di mandorla amara. Vendemmiato al massimo della sua maturazione tecnologica dà vini di elevato grado alcolico, ma spesso meno incisivi nei loro profumi caratteristici, sia in intensità che in complessità, e  riesce a manifestare grandissime qualità se coltivato con basse rese e vinificato con attenzione.

A seconda dell’epoca di raccolta, della metodologia e delle tecnologie di vinificazione, può dare vini di grande longevità e corpo, probabilmente impensabili per un vino bianco, ma anche vini di pronta beva, dalle note fruttate molto fresche, di buona intensità e media complessità.

Trebbiano d’Abruzzo DOC Rosarubra

Il Trebbiano dell’azienda Rosarubra nasce da una selezione manuale delle uve raccolte in un antico vigneto della Tenuta a Pietranico con un’ottima esposizione e bassissima resa.

La vinificazione avviene esclusivamente in tini d’acciaio termocondizionati alla temperatura di 12°C. Dopo un periodo di affinamento di circa 6 mesi viene imbottigliato in completa assenza di ossigeno.

Esaltazione massima del vitigno che rappresenta la tradizione del territorio abruzzese il vino si presenta limpido con colore giallo paglierino e dotato di buona consistenza.

All’olfatto vi è un’esplosione di aromi floreali soprattutto fiori di campo accompagnati da una nota di freschezza ed un’invitante fragranza aromatica.

Al palato non delude grazie alla sua sapidità, persistenza ed alle note fruttate presenti in un sottofondo di elegante mineralità.

Gli abbinamenti spaziano dagli antipasti ai frutti di mare, primi piatti come spaghetti alle vongole o tagliatelle burro e salvia, fettuccine all’abruzzese o brodetto di pesce. Pesci di mare in genere e formaggi poco stagionati la fanno da padrone.

Non resta che provarlo!

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