Il vino e la musica sono, in forme diverse, espressioni di sapiente arte e due elementi fortemente psicotropi: difficile dire a priori quale possa essere l’effetto scaturito dalla loro combinazione.
Di certo il risultato è esplosivo e dirompente, è arte e magia, è Armonia!
Quando un vino si dice armonico?
Quando c’è coerenza in tutte le fasi della degustazione (visivo, olfattivo e gustativo) e quando il livello qualitativo è eccellente. In parole più semplici un vino è armonico se si presenta con un attraente veste cromatica messa in risalto da una smagliante limpidezza e consistenza, che libera profumi intensi ed eleganti, quando esprime un sapore composto e fedele alla sua tipologia. E’ un vino che convince con eleganza ed equilibrio, con discrezione o esuberanza secondo le corde del suo carattere, che dà risposte esaurienti a ogni domanda e racconta la sua storia con coerenza e misura. A volte è un vino che non si riesce a dimenticare, un po’ come il ritornello di una canzone.
Il vino nella musica
La musica nelle sue varie forme e accezioni ha conosciuto da sempre un forte legame al vino, basti pensare al famoso “Autunno”, tratto da “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi dedicate al ciclo della vita e della natura, e senza nemmeno sottolinearlo l’autunno è il mese in cui si fa il vino.
C’è anche chi la pensa diversamente, come Franco Battiato, che in “Bandiera Bianca” dichiara apertamente “a Beethoven e Sinatra, preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa, che mi dà più calorie”… questione di gusti ovviamente!!
Nell’opera troviamo esempi ancora più folgoranti di esaltazione del ruolo del vino nei suoi personaggi, come se infondesse loro coraggio e nuova linfa nell’interpretazione dei ruoli, come nel celeberrimo “Don Giovanni” di W. A. Mozart, in cui si cita esplicitamente l’eccellente Marzemino (vitigno autoctono italiano a bacca scura oggi coltivato in Trentino e regioni limitrofe); altro brindisi con la morte nella “Traviata” di Giuseppe Verdi con il celebre “Libiamo, libiamo nei lieti calici”.
Di esempi ce ne sono tanti, passando anche a cantautori più recenti, De Andrè nel brano “La Città Vecchia”, Guccini o come non citare “Felicità/ un bicchiere di vino con un panino/ la felicità”.
Sembrerebbe esserci un filo conduttore, una metrica speciale ad accomunare le note musicali alle mille sfumature, sensazioni e piacevolezza contenute in un calice di vino.
La musica può avere effetti impensati non solo sugli uomini, ma anche sugli animali, piante o la nostra bevanda prelibata. Viticoltori austriaci si sono convinti di questa idea e hanno fatto risuonare in cantina musica classica per il mosto durante la fermentazione. In Italia, a Montalcino precisamente, qualcuno sposa questa filosofia diffondendo addirittura le melodie direttamente in vigna.
Sesto Armonico: le etichette del maestro Vessicchio
Da questa corrente nasce l’idea di un progetto ambizioso, creativo e innovativo di Torri cantine in collaborazione con il maestro Peppe Vessicchio: Musikè, parola che deriva dal greco e rappresenta le muse e quindi l’insieme delle arti.
Il progetto prevede la vinificazione e l’imbottigliamento di due etichette: SESTO ARMONICO Montepulciano d’Abruzzo DOC e SESTO ARMONICO Trebbiano D’Abruzzo DOC due vini che godono di un affinamento indotto dall’armonia musicale attraverso il metodo FREman.
Il metodo FREman
Si tratta di una sperimentazione Agro-Musicale che dimostra i benefici apportati ai prodotti naturali, tramite le frequenze della musica cosiddetta “armonico-naturale”: questi vini sono affinati attraverso note specifiche e i benefici riscontrati non agiscono sulla sua composizione, ma nel gusto, il vino cerca all’interno di se stesso le condizioni di equilibrio sensoriale rendendolo straordinario.
Wine Tasting
Degustando i due vini, ho cercato di carpire la musicalità del liquido anche nel momento in cui viene versato nel calice: il Trebbiano si presenta giallo paglierino, naso schietto, con sentori di fiori freschi, agrumi e frutta esotica. Morbidezza e sapidità, sapientemente bilanciate da un’eccellente dotazione fresca e sapida.
Il Montepulciano con il suo rosso rubino lucente, porta con se un corredo olfattivo tipico e territoriale di frutti rossi, prugna matura, spezie con chiusura balsamica. Palato caldo con un tannino vigoroso e scalpitante, ben equilibrato e dal finale intenso, persistente con ricordi di liquirizia sul finale.
Si possono definire entrambi vere e proprie “Composizioni vinicole”…..provare per credere!