Articolo di Carla Benvenuto
Nell’ambito della viticoltura italiana numerose aziende hanno scelto di convertirsi ad un regime biologico per produrre vini nel pieno rispetto della natura e della sostenibilità ambientale.
Torri Cantine, nata nel 1966 e situata sulle Colline Teramane, una delle aree vitivinicole più vocate d’Abruzzo, è proprio una di queste.
Ma cosa vuol dire esattamente lavorare in regime biologico?
Senza perdersi nei meandri e nei dettagli cavillosi di norme e regolamenti, l’Unione Europea ha sancito nel 2012 (non senza controversie) la normativa che stabilisce le regole per quanto riguarda la produzione di vini biologici delineando anche le modalità di vinificazione. I contenuti della normativa prevedono una serie di restrizioni nell’utilizzo di alcune pratiche enologiche e sostanze coadiuvanti durante la fase di vinificazione. Di conseguenza un produttore che sceglie di convertirsi al biologico avrà sicuramente delle limitazioni importanti rispetto ad un produttore convenzionale.
Questo è indicativo del fatto che quando si decide di operare in regime biologico occorre tenere presente e conoscere anche tutto l’ecosistema che sta intorno al vigneto, il quale deve essere in perfetto equilibrio per poter funzionare al meglio. La crescita della vite e la sua produzione infatti sono strettamente legate anche alle caratteristiche del terreno, alla sua esposizione, al clima. Di conseguenza, se si decide di lavorare in biologico, occorre che ogni singolo aspetto che concerne la produzione di vini, come si suol dire in gergo il famoso terroir, sia in perfetto equilibrio. È facilmente deducibile quindi che il regime biologico non si può applicare sempre, la prima regola da seguire è quella della vocazione della zona.
Dunque, quando un vino si può definire “biologico”?
Sicuramente quando in vigna vengono prodotte uve biologiche, coltivate senza l’aiuto di sostanze chimiche quali ad esempio diserbanti, concimi, pesticidi, insetticidi, e senza l’impiego di organismi geneticamente modificati. Inoltre in cantina la vinificazione deve avvenire limitando l’uso di solfiti ed essere eseguita utilizzando solo i prodotti enologici e i processi che sono autorizzati dal regolamento UE. Un produttore otterrà la certificazione biologica dopo tre anni di lavoro, controllato e verificato da un ente certificato, in suddetto regime, potendo fregiarsi del marchio di garanzia da apporre in etichetta sulle proprie bottiglie.
Torri Cantine lavora le sue uve seguendo i dettami di questo regime, preservando l’ambiente e le risorse naturali, nonché il frutto che dà vita al vino, ottenendo la certificazione Bio a conferma di quella passione e di quella dedizione che l’Azienda mette nello svolgere questo mestiere, selezionando sempre uve di altissima qualità di cui occuparsi con pazienza e devozione in vigna ed in cantina, seguendo l’intero processo della filiera produttiva. In particolare le linee Bakán e Quattro Venti Torri Cantine sono interamente sviluppate e prodotte in regime biologico.
Bakán Passerina IGT Colli Aprutini
Un vino rappresentativo della linea Bakán è la Passerina IGT Colli Aprutini proveniente da uve raccolte manualmente in un antico vigneto di 30 anni a Controguerra (TE) posto in condizioni di esposizione ottimale a ragione del fatto che il perfetto terroir, unito alle tecniche di agricoltura biologica utilizzate, riescono a regalare vini di altissima qualità enfatizzandone le caratteristiche.
E così la Passerina Bakán di Torri si presenta al calice di un perfetto giallo paglierino con un ventaglio olfattivo intenso e persistente caratterizzato da aromi fruttati di pera e passion fruit ma anche una nota leggermente agrumata e sentori di gelsomino. Il sorso è di una freschezza disarmante, equilibrato e di buon corpo, leggermente sapido e con una vena minerale che lasciano spazio ad un’importante persistenza.
Un vino elegante, che rispetta l’ambiente e l’ecosistema, ed è espressione perfetta di un territorio fortemente vocato alla produzione di vini di altissima qualità.
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