La tappatura di una bottiglia di vino svolge un ruolo cruciale nella preservazione nel tempo della qualità, aroma e freschezza. Scopriamo insieme 5 tipi di tappo che vengono usati per tappare le bottiglie di vino.
Nel corso degli anni, sono stati sviluppati vari sistemi di chiusura per soddisfare le differenti esigenze di produzione e di mercato, ciascuno con diverse caratteristiche che variano a seconda della tipologia di vino coinvolta e alla sua conservazione.
I TAPPI IN SUGHERO
Il materiale più conosciuto è il sughero naturale, ottenuto dalla corteccia della quercia, particolarmente apprezzato per la sua elasticità e capacità di adattarsi alle dimensioni del collo della bottiglia, è sicuramente il più utilizzato nel settore vinicolo.
Tra le sue caratteristiche, la più importante è la permeabilità, ovvero permettere al vino di godere di una micro-ossigenazione che favorisca una maturazione lenta e controllata, tanto da farlo preferire dalla maggior parte dei produttori di vini pregiati, che abbiano previsto un affinamento in bottiglia.
Uno degli aspetti negativi è dato dalla sua vulnerabilità all’armillaria mellea, il temuto fungo che si nutre del sughero della quercia, la cui conseguenza, il TCA (Tricloroanisolo) è un difetto comunemente conosciuto come “odore di tappo”.
Per ovviare a questo problema, i produttori di vino stanno investendo somme sempre maggiori, in tecniche sempre più avanzate che inevitabilmente portano a una levitazione dei prezzi, specie per i tappi di qualità.
Inoltre, in presenza di una chiusura in sughero, è necessario tenere la bottiglia sempre in orizzontale in modo di assicurarsi che il tappo sia continuamente bagnato dal vino, evitando di seccarsi troppo, far permeare più aria del previsto e ossidare il vino.
L’altro aspetto negativo riguarda naturalmente il continuo sacrificio causato dalla deforestazione di intere piantagioni di quercia da sughero che mina l’equilibrio del nostro ecosistema.
I TAPPI SINTETICI
Altra tipologia di tappatura molto comune e sempre più accettata da produttori e appassionati viticultori è quella riguardante i tappi sintetici, realizzati in materiali plastici come il polietilene, che vengono utilizzati come alternativa al sughero naturale.
Si tratta di tappi più economici rispetto a quelli di sughero, che permettono di proporre prodotti di qualità a prezzi contenuti, pur mantenendo una discreta e più che accettabile conservazione dei vini, specie se giovani e pronti, quindi non nati per affrontare un lungo affinamento in bottiglia.
Nonostante questo, molti produttori di tappi sintetici, stanno sperimentando le capacità dei loro prodotti, investendo sull’acquisto di molte bottiglie di vino di qualità, destinate a lunghi periodi di affinamento, proprio per testarne i risultati che si possono ottenere sul lungo periodo.
A tal riguardo, la ricerca sta puntando sul miglioramento e controllo della penetrabilità dell’aria, visti gli indubbi vantaggi nel campo delle contaminazioni, considerando che i materiali utilizzati, proprio perché plastici, possono essere facilmente modificati a livello produttivo e resi differentemente permeabili a seconda della necessità del vino.
A livello commerciale, molti consumatori non si accorgono nemmeno della differenza, mentre gli appassionati continuano a guardarli con diffidenza, considerandoli privi di romanticismo e tradizione. Personalmente credo che, per i vini di “pronta beva” o comunque quelli per i quali non sia previsto un lungo affinamento in bottiglia, i tappi sintetici siano addirittura consigliabili, se non altro perché offrono un’alternativa più economica e lontana dal rischio contaminazione da funghi.
I TAPPI A VITE
A seguire, troviamo i tappi a vite, composti principalmente da alluminio e plastica o gomma, ampiamente utilizzati all’estero ma meno in Italia, dove spesso vengono erroneamente associati a vini di bassa qualità.
Sono ideali per vini giovani destinati al consumo immediato, per via di una permeabilità all’ossigeno quasi azzerata e rappresentano una buona soluzione ecologica, visto l’evitarsi del sacrificio del sughero.
Stiamo parlando di un tappo facilmente utilizzabile in apertura e in chiusura temporanea, caratterizzato da una permeabilità all’aria ridotta al minimo, ideale per vini giovani di pronta beva destinati a un consumo immediato, quindi non destinati a un lungo affinamento.
È considerata una chiusura sostenibile, assolutamente ecologica, per via del mancato sacrificio degli alberi da sughero, è ideale per vini giovani destinati all’immediato consumo, specialmente per i bianchi e i rosati e un po’ meno per i rossi.
I TAPPI IN VETRO
Ulteriore alternativa, che fino a qualche tempo fa non era neanche presa in considerazione è quella che vede le bottiglie di vino chiuse con tappi di vetro; si tratta di una soluzione abbastanza originale ed elegante, ma non particolarmente apprezzata dai produttori di vini di pregio.
Infatti, se è vero che da un lato sono inodori, insapori, inattaccabili da funghi e muffe e totalmente riciclabili, dall’altro, grazie anche alla presenza della guarnizione in plastica inclusa nel tappo, rappresentano una chiusura talmente ermetica che impedisce al vino di avere scambi con l’aria e quindi di evolversi.
Il dubbio infatti è che questa chiusura non sia particolarmente adatta ai vini che necessitino di un lungo affinamento e non sono mai stati fatti esperimenti o verifiche che dimostrino il contrario.
Inoltre, si tratta di una chiusura abbastanza costosa e potenzialmente fragile, creata sull’esatta misura della bottiglia che li ospiterà, incidendo quindi sul prezzo finale del prodotto.
I TAPPI A CORONA
Ultimo sistema di chiusura da me preso in considerazione è il super classico tappo a corona, molto poco utilizzato dai produttori di vino, salvo che non si tratti di piccolissimi produttori la cui produzione è rivolta a un uso quasi esclusivamente familiare.
Si tratta di tappi un tempo più diffusi, oggi molto meno in quanto poco invitanti da un punto di vista estetico e anche tecnicamente poco interessanti, in quanto troppo ermetici per qualsiasi tipo di evoluzione si voglia far fare al vino, utilizzati presumibilmente per vini frizzanti pronti e rivolti a un pubblico giovane.
Concludendo, mi sembra evidente che il sistema di tappatura di un vino sia articolato e ricco di alternative, ognuna dovrà essere valutata sulla base delle caratteristiche del tappo e dell’evoluzione richiesta al vino. Dalla scelta effettuata, dipenderanno inevitabilmente l’evoluzione e la buona riuscita del vino.
Ogni tappo ha la sua caratteristica che va ben oltre la razionalità; si parla di funzionalità, praticità, estetica, economicità, sostenibilità e ogni produttore sceglie in base ai propri obiettivi, cercando allo stesso tempo di mantenere, l’unicità della propria tradizione contadina.